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Michela Giuffrida al Parlamento Europeo

 
Gianfranco Marotta                                                                                                                                                                                                                                                                         
 

Il 25 maggio le elezioni europee hanno visto in Sicilia una piacevole novità: l’affermazione elettorale di Michela Giuffrida candidata come indipendente nella lista del Partito Democratico.

L’esito di alto consenso ottenuto, più di 93.000 preferenze espresse, per un’esordiente nel campo politico come la Giuffrida dimostra ancora una volta una realtà inconfutabile: il così tanto declamato “odio per la politica” da parte degli Italiani, e dei Siciliani in particolare, non è tale bensì si tratta di odio per la cattiva politica e per quei responsabili che nel corso dei decenni con la loro cattiva gestione e con l’immobilismo hanno portato il Paese nelle condizioni in cui oggi si trova.

In realtà, pensandoci attentamente, chi conosce la storia personale e professionale di Michela sa che da tempo il suo operato è politico. Politico nel senso che da anni, col suo lavoro, con le sue ricerche e inchieste giornalistiche ed il suo impegno, ha richiamato l’attenzione sui tanti, troppi bisogni e sui mali che affliggono la vita dei siciliani. Politico, quindi, nel significato originario e più nobile: di servizio alla comunità.

Sappiamo che anche per questi motivi Michela conosce molto bene la realtà del tessuto sociale siciliano e sono convinto che potrà rappresentare in maniera consapevole e autorevole la Sicilia ed i Siciliani presso le Istituzioni europee in un momento fondamentale in cui l’Unione Europea non deve essere più l’assise di funzionari e burocrati estranei alla vita dei cittadini europei in cui l’unico organo veramente rappresentativo e legittimato dal voto popolare si prodiga in profonde discussioni politiche sull’angolazione di curvatura dei cetrioli o sulla lunghezza delle banane.

L’Unione Europea non deve essere più soltanto un mercato (commerciale e finanziario) comune ma deve avere il coraggio di diventare, qualcosa di più, diventare un’unione politica che si dedichi ai problemi concreti della società europea e dei suoi cittadini. Di fronte ad una situazione europea e mondiale come quella attuale non si può più tergiversare: “ce lo chiedono i cittadini europei, ce lo chiede la storia”.

Personalmente sono convinto che Michela saprà assolvere questo gravoso compito nel modo più adeguato ed attento per i Siciliani e augurandogli un buon lavoro sono anche certo che non farà mancare il suo contributo per questo importante e necessario cambiamento delle Istituzioni europee.

Auguri e buon lavoro.

Gianfranco Marotta